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Sergio Beretta

VANIA RUSSO. Pubblicitario e artista

 (1937 – 2013)

 

Chi l’avrebbe detto, Russo, di doverti salutare, in questo libro, per l’ultima volta? Mi hai lasciato in silenzio. Eri così del resto. Ascoltavi con pazienza progetti e tante parole, talora inutili; poi con gradualità rispondevi e operavi: con successo e umiltà.

Eri scevro da notizie sulla tua vita, ma qualcosa riuscii a strapparti. Il tuo nome,dapprima, Adalberto, “in arte” Vania. Gli anni del “Vittorio Emanale II” con il conseguimento del diploma di ragioniere e in quel contesto scolastico la partecipazione attiva a Gioventù Studentesca con don Tito Ravasio in testa, Pic Cortesi, Elio Corbani, Marco Nozza, Francesco Barbieri, Sandro Torri, Pievani ed altri ancora. Mi sono venuti alla mente, un po’ alla rinfusa; lasciamoli così, senza preferenze o altro ordine. Come il mondo di un creativo, vero?

Nei ranghi della Banca Popolare di Bergamo sul finire degli anni Cinquanta; un lavoro “sicuro”, la soddisfazione dei genitori. Per te un po’ meno. Non sopportavi la monotona attività di sportello; eri un animo tanto sensibile quanto vivace e ne avevi già dato prova come vignettista e caricaturista collaborando con una Concessionaria di pubblicità. Legato come non mai alla tua terra, stavi pure inventando “Oròbik”, il tuo inseparabile personaggio, protagonista di una storia successiva.

Alla notizia che Gianni D’Amico, il maestro dei pubblicitari bergamaschi, cercava personale, lasciasti al volo il tempio di piazza Vittorio Veneto, la calcolatrice meccanica, i registri di cassa. Quasi all’insaputa dei tuoi. Al tavolo di uno studio di grafica e comunicazione prese avvio la tua autentica professione. Poi l’attiva collaborazione con lo Studio Quota e sul principiare degli anni Settanta la tua agenzia,la tua ambizione, la tua creatura. Non era facile in quegli anni procurarsi clienti. La comunicazione, in questo contesto, non era ancora recepita, soprattutto dalle aziende bancarie.

La Banca Popolare di Bergamo, fra le prime in Italia, sotto la spinta di Giorgio Frigeri e Pierangelo Rigamonti, cominciò a muovere i primi passi anche in questo settore. Corro, Russo, le righe si consumano. Eccoti ancora nella tua prima azienda di lavoro come pubblicitario. Rigore, chiarezza, idee consone con i nuovi “prodotti”. Altri clienti seguirono, ben scelti e fedeli, in Bergamo e in Italia. Ormai ti eri imposto fra i professionisti più qualificati.

L’avvento dell’informatica, che ti colse sui cinquant’anni, pur impressionandoti non ti procurò disagio. Apprendimento, studio, nuove intuizioni e il gioco era fatto. Ti appassionasti al punto di renderla cardine della tua produzione artistica, nel 1988 la tua prima mostra, sorprendendo un po’ tutti. Ti richiamavi ad un prestigiatore che nell’ infanzia ti aveva enormemente stupito. Sì , al teatro “Duse”. Un nuovo modo di “dipingere”, di” rimescolare colori e disegni”, computer compreso. Seguirono non poche esposizioni, fino a all’anno decorso, con tecniche sempre più innovative e apprezzate. Al tuo fianco il comune amico Mino Santini. Mi sto commuovendo, Vania. Addio.

 

Sergio Beretta